Nuova scuola

La scuola italiana, articolata nei suoi vari livelli, dalle scuole elementari fino all’università, avrebbe bisogno in primo luogo di stabilità e non di modifiche frammentarie e contraddittorie. Ovviamente, avrebbe bisogno di forti investimenti strutturali, perché studiare in scuole belle è più bello; allo stesso tempo si dovrebbero investire risorse materiali e immateriali per ridare centralità alla figura del docente.

Manca da tempo in Italia un dibattito ampio e profondo che collochi nuovamente il sistema formativo nel posto che gli spetta e che restituisca alla scuola il mandato civico, civile e costituzionale che gli è proprio.

La scuola italiana rischia di essere sempre più inadeguata rispetto ai compiti che la nostra democrazia richiede e contemporaneamente incapace di dialogare con le novità tecnologiche. L’avvento pervasivo dei media ha spostato i luoghi dell’apprendimento anche fuori dall’aula, ma le ultime accelerazioni, prodotte dalle tecnologie digitali, hanno velocità inusitate e mai sperimentate.

Le nuove tecnologie offrono, però, una possibilità che i media “più tradizionali” non avevano: la condivisione. In modo particolare, gli smartphone, che ciascun ragazzo ha in tasca e che vengono sostituiti con ritmo assai regolare, consentono un lavoro condiviso tra più persone. Fino a oggi la condivisione è stata vista come il lato buio della tecnologia, perché frequentemente utilizzata per finalità negative (diffusione di fotografie e video che ritraggono episodi di bullismo di ragazzi verso ragazzi e, perfino, verso insegnanti; bravate all’interno delle scuole, con esibizione di atti di vandalismo; pornografia). Eppure, la condivisione avviene anche attraverso piattaforme come Facebook, Whatsapp, Instagram. Si fanno circolare notizie, commenti, di immagini, fotografie, video, canzoni.
Si deve porre mente al processo e non al device, ritornare con la memoria ai decenni passati, ma neppure tanto, quando gli studenti andavano in biblioteca a fare ricerche, oppure cercavano dati e notizie sulla enciclopedia che avevano comperato i genitori fascicolo dopo fascicolo nelle edicole.

Noi proponiamo di lavorare a un progetto sperimentale, costruito con gli insegnanti e sperimentato assieme agli studenti. Siamo contrari a proposte calate dall’alto, siamo favorevoli a un cambiamento condiviso e costruito assieme a chi vive, lavora e studia nei vari ordini e gradi dell’istruzione.

Costruiremo un gruppo operativo, che analizzi bisogni e possibili risposte e prepari un progetto sperimentale entro giugno, in modo tale da poterlo presentare in alcune scuole superiori.

Con la stessa modalità opereremo verso le scuole medie, il territorio umano, sociale e formativo più delicato, nel quale si sviluppa il passaggio dall’infanzia alla adolescenza.